Ansia da Comfort Zone

Se lavori con i giovani adulti sai che prima o poi più di qualcuno nomimerà la “comfort zone“, il tutto associato ad una grande ansia (per non dire angoscia) di non riuscire ad aderire all’imperativo di dover uscire, andare, osare…cambiare.


Ora, per onestà intellettuale devo ammettere che l’idea di dover a tutti i costi fare qualcosa non mi è mai piaciuta e ancor meno mi convince l’idea di dover abbandonare un posto che per definizione è confortevole, ma questo è il mio sentire.
Ci tengo a precisare che in terapia ogni “comfort zone” ha il suo valore specifico e un significato che è riferibile solo a chi la menziona, ma quello che vorrei provare a fare anche nei termini limitati di un post, è aprire uno spazio di riflessione su un tema così gettonato.


La prima cosa che propongo è porsi due domande: uscire dalla “confort zone” ok, ma per andare dove? e soprattutto, per quale motivo? Questi sono due interrogativi che spesso già bastano a far crollare il castello di carte costruito a suon di sensi di colpa e inadeguatezza.
Viviamo infatti in una società in cui si da molto spazio alla performance e alla produttività anche a scapito del significato e del senso di ciò che stiamo facendo. Abbiamo standard a cui aderire per tutto (numero di ore lavorative, calorie, peso, ore di sonno, età delle tappe evolutive etc) ma raramente ci soffermiamo a chiederci perché.


Un’altra riflessione importante a mio avviso, è relativa al fatto che, se qualcosa ci trattiene dall’uscire o dal fare altro, penso valga la pena chiedersi come mai e cosa ci trattenga.
La mente funziona così, anche quando pensiamo che qualcosa sia difunzionale (come spesso si crede dell’ansia o delle resistenze) questa “cosa” ha in realtà ha una funzione ben precisa, in primis quella di proteggerci, di farci porre attenzione a cose che nn vorremmo vedere, di indicare!


Quindi butto lí la mia proposta che potrà risultare impopolare: prima di uscire a tutti i costi dalla comfort zone proviamo a “starci” veramente, abitiamola, guardiamola con curiosità. Trattiamola come una casa in cui si abita da sempre ma che non abbiamo mai osservato veramente con attenzione,ci stupiremo!

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